Contrabbando di farmaci La sfida di tre giovani africani
07 February 2019
Camerun-Italia e ritorno «Noi, laureati d'Africa» di MARGHERITA DE BAC
Il progetto mira a migliorare le condizioni di salute di tante persone che altrimenti cadrebbero nella rete dei venditori di strada Rick, Evina e Quintin non immaginavano che sarebbero diventati ambasciatori dell'arte galenica sicura ed efficace in Camerun. Partiti alcuni anni fa da Bamenda per prendere la laurea in farmacia nelle nostre università, i tre ragazzi hanno avuto la fortuna e la bravura di frequentare uno stage nei laboratori di un'azienda farmaceutica italiana, la Ibi Lorenzini, con sede ad Aprilia. Nello stabilimento hanno imparato le buone pratiche della preparazione dei farmaci seguendo il percorso che porta al confezionamento di un prodotto secondo le normative europee e americane. Oggi si stanno dando da fare per mettere in piedi nel loro Paese un laboratorio con le stesse caratteristiche di affidabilità e formare altri giovani studenti di farmacia. Un'attività dalla doppia valenza sociale: creare un centro capace di trovare soluzioni terapeutiche e offrire posti di lavoro ai laureati che altrimenti sarebbero di MARGHERITA DE BAC obbligati a cercare fortuna altrove o a rinunciare alla professione sognata. Dietro questo progetto c'è Camilla Borghese Khevenhueller, presidente di un'azienda che per il centenario della nascita ha voluto rendersi mecenate finanziando tre borse di studio per i laureati africani: 41 nostro desiderio è dare un contributo culturale ai giovani e sostenerli attraverso programmi di contrasto al contrabbando locale di farmaci. Attività molto diffusa nei Paesi poveri e anche in Camerun dove è facile acquistare su banchetti di strada falsi medicinali privi di qualsiasi principio attivo o addirittura pericolosi». Rick, Evina e Quintin vogliono invece fornire alla popolazione terapie galeniche di buona qualità, realmente capaci di curare e migliorare le condizioni di salute di tante persone che altrimenti cadrebbero negli inganni dei venditori stradali. È una bella storia di emigranti tornati in patria culturalmente arricchiti. Le università di Tor Vergata a Roma e di Camerino e Urbino, frequentate da un discreto numero di studenti del centro Africa, sostenute da Ibi Lorenzini hanno fornito ai giovani i mezzi per compiere il salto e cercare un futuro migliore per se stessi e la loro generazione. Ma non sarà facile affermarsi perché le condizioni politiche del Paese rischiano di vanificare tanti sforzi. Da oltre un anno la zona anglofona del Camerun, con capoluogo Bamenda, vorrebbe staccarsi dalla nazione a maggioranza francofona e conquistare l'indipendenza. Proprio presso la facoltà di farmacia di Bamenda stava per nascere il laboratorio galenico attrezzato di incapsulatrice, compremitrice ed altri strumenti finanziati dalla Cei. Attualmente è tutto fermo, i tre giovani non possono raggiungere la capitale e in via temporanea fanno base all'università di Dschang dove pero non dispongono dei materiali necessari per far decollare il progetto. La nuova avventura è solo rimandata. Oltre al programma di sviluppo della galenica hanno in mente di avviare la produzione di strati di Moringa Oleifera, una pianta soprannominata l'albero miracoloso. È diffusa nella fascia equatoriale e tropicale del Paese, è nota per le sue proprietà terapeutiche ed è capace di rafforzare le difese del sistema immunitario.